La storia della Tenuta Campomaggio affonda le proprie radici in un mito che inizia a plasmarsi in epoca etrusca, quando le genti che popolavano il territorio del Chianti abbandonarono la pastorizia per dedicarsi all’agricoltura e in particolare alla viticoltura. In questa cerniera di tempo tra le epoche ha origine un’epopea che porterà questo pezzo di terra tra Siena e Firenze ad essere conosciuto nel mondo come la culla del vino. Il territorio di Radda ne è l’epicentro, il motore della Lega del Chianti che verrà costituita in pieno Medioevo. In questo periodo, storiche famiglie nobiliari, getteranno le basi per la costruzione di un marchio dalla fama intramontabile.
Bisogna attendere alcuni secoli perché sulla sommità di un colle immerso in questa prestigiosa campagna, a pochi chilometri a nord di Radda, venga eretto un borgo. Campomaggio nasce all’inizio del 1700 innestando il suo fulcro su una splendida villa padronale. Intorno boschi e vigneti a perdita d’occhio, uno spettacolo frutto di un equilibrio perfetto tra uomo e natura, agricoltura e rispetto per il territorio. Nel Novecento la casata dei Sedelmayer acquista la tenuta e “istituzionalizza” la produzione di vino creando le prime etichette di Tenuta Campomaggio.
Il passaggio di proprietà arriva nel 1990 quando è stata acquisita dalla Castellani S.p.A.
Tutto inizia in Valdera in provincia di Pisa, a Santa Lucia, località nel comune di Pontedera. Qui Duilio Castellani insieme alla moglie Tina, all’inizio del secolo fondano un’azienda vinicola. Una realtà che attraversa gli anni bui delle grandi guerre e si presenta alle soglie del boom economico pronta a decollare. L’impulso arriva dai figli: Giorgio e Roberto. Formazione tecnica, vulcanico ed estremamente dinamico il primo. Formazione umanistica, amante dei viaggi e delle lingue, curioso e altrettanto dinamico il secondo. Grazie a loro comincia un processo di espansione che si fonda su due caposaldi: acquisizione di nuove proprietà su cui produrre e apertura di nuovi mercati internazionali, dalla Cina agli Stati Uniti, dove esportare.
Per tre decenni la tenuta prospera grazie all’impegno di Giorgio Castellani. Fino a quando subentrano prima Cecilia, figlia di Roberto, e poi Tommaso, nipote di quest’ultimo, che già fanno parte del consiglio di amministrazione dell’azienda.
Le radici, profondissime, sono quelle di una famiglia che ha fatto del vino la propria missione, quasi una fiamma inesauribile che brucia da oltre un secolo e che non accenna ad estinguersi. Il cuore è rappresentato da chi da sempre imprime i battiti all’azienda, gli uomini e le donne che ci lavorano, quelle che investono e credono nel suo sviluppo. Le ali, invece, sono ciò che proietterà questa storia nel futuro, la nuova generazione Castellani che è già pronta a dare il proprio contributo al volo.
Da sn : Roberto, Matteo, Giorgio, Giacomo, Piergiorgio, Elena e Tommaso.