In ottobre i nostri vini hanno accompagnato “La Cucina D’Autunno” di Paolo Gori in una serata tutta Raddese nella blasonata Trattoria Da Burde.
Questo esordio fiorentino per il Chianti Classico Campomaggio 2021, le Riserve 2020-2019-2018 e il Santa Teresa 2020 Gran Selezione e’ stato presentato dal nostro Giacomo Castellani.
Riportiamo alcune foto della serata, dei piatti scelti in abbinamento dalla cucina di Paolo Gori ed inoltre riportiamo le descrizione dei vini del vulcanico “sommelier informatico” (e molto altro) Andrea Gori.
Campomaggio Chianti Classico 2021 DOCG
Siamo a Radda e non potrebbe essere diversamente con questo Gallo Nero 100% sangiovese. Colore lieve, esile e croccantissimo a partire da note di ciliegia matura, viole, rosa e frutta di bosco. Non mancano cenni speziati e lievi tostature, con un ritmo felice in bocca dove il tannino danza con fermezza chiantigiana classica. Finale arioso e speziato, delicato da ribollita ma anche da carni bianche. Da noi perfetto anche in apertura su castagne fritte e prosciutto crudo Toscano.
Campomaggio Chianti Classico Riserva 2020
La Riserva di Campomaggio nasce da assemblaggio di più vigne dall’età media decisamente interessante molto alte in quota e su diversi terreni. La Riserva rappresenta una bella e decisa evoluzione di complessità rispetto alla versione annata. La 2020 è partita in sordina e bollata come “calda” ma in realtà nel bicchiere c’è solarità ma anche allegria e frutto vivace che vira subito su fragola, melograno e lamponi e arancio rosso più che sui classici amarena e viola del Chianti Classico di Radda. Bocca di bella morbidezza, pochi spigoli e già pronto da bere ma che non nasconde una bella complessità che gli darà anche evoluzione intrigante a venire. Nella nostra serata un vino speciale sulle penne strascicate di Nonna Irene rievocate fa Paolo Gori.
Campomaggio Chianti Classico Riserva 2019
L’annata classica 2019 fa nascere un “classico” Gallo nero di impressionante nitore e freschezza. Questa annata di Campomaggio Riserva è molto raddese, amarena, mora di rovo, ribes nero, agrumi rossi, non dolcissimo ma con uno stile dark che convince poi mallo di noce, sandalo, carrube e eucalipto e mentuccia a completare insieme a tabacco toscano. Già qualche cenno di evoluzione ma anche rigore tannico che regge una bella struttura che si avverta nel dolce sorso con note di bellissima lunghezza. Ottimo sul Cervo di Paolo Gori ma anche su carne alla griglia grazie al tannino levigato.
Campomaggio Chianti Classico Riserva 2018
L’annata considerata a torto minore 2018 ha regalato non poche perle toscane e questa Riserva Chianti Classico di Campomaggio da Radda in Chianti può annoverarsi tra queste.
Toni scuri e ombrosi ma limpidi ed elegantissimi di frutto scuro, viola candita, mughetto, cipria, mora di rovo, mallo di noce, corredo speziato pepe nero, liquirizia, olive tostate e mediterraneo in sottobosco. Poi le note autunnali di humus, lieve fungino il tutto in ampiezza e lunghezza che si mantiene a lungo nel palato che riserva anche una sorta di scossa elettrica tannica come ultimo sussulto gustativo.
Campomaggio Chianti Classico Gran Selezione Santa Teresa 2020
Il sound del macigno del Chianti Classico risuona forte in questa bella Gran Selezione già “Riserva” nelle prime edizioni che però non sempre ha il colore scuro necessario per definirsi Gran Selezione. Il vigneto Santa Teresa lascia ben poco spazio all’abbondanza e facilità di crescita vegetativa del sangiovese che si è avventurato qui, ecco perché ha questo carattere cosi lieve ed affilato. Colore fine e tenue, arancio scuro e rosa canina tra i primi profumi poi viola, mughetto e timo che precedono quasi il bel frutto teso di amarena, mora e mirtillo fresco. Note di sottobosco, corteccia e tabacco toscano lo corredano in spezia e terziari appena accennati, sorso di bellissima soddisfazioni e lunghezza con tannino muscoloso e struttura che ne fanno intravedere evoluzioni intriganti. La sua eleganza salina lo rende ottimo sia su penne strascicate al sugo di stracotto e anche sullo stracotto stesso di Paolo Gori.