Lo slogan della manifestazione era “E’ il territorio che fa la differenza”; è stato ufficializzato, infatti, la realizzazione della carta geoviticola della denominazione, una zonazione completa del vasto territorio del Chianti Classico, suddiviso in 11 sottozone, con precisi riferimenti alla conformazione dei terreni, dell’esposizione, alla geologia ed a tutti gli aspetti correlati. Tutta l’opera è frutto della collaborazione con il prof. Simone Priori, dell’Università degli studi della Tuscia, e dal camminatore di vigne, nonché cartografo di fama mondiale Alessandro Masnaghetti.

Altra novità di rilievo è stata l’adozione di un’applicazione con la quale, attraverso il proprio telefonino od il computer, ogni degustatore può ordinare i vini al sommelier. Senza che questi venga alla propria postazione. Il primo sommelier libero prende l’ordine, preleva i vini e li porta alla postazione del richiedente. L’applicazione va sicuramente affinata, ma si risparmia almeno il tempo di un viaggio del sommelier. In questa occasione il servizio è stato molto più rapido, ma c’è da ricordare che eravamo molto di meno ad usufruirne Dagli assaggi fatti nelle due giornate si è potuto constatare la generosità dell’annata 2019, sicuramente la migliore degli ultimi anni: per corpo, per finezza, per completezza in tutte le componenti del sorso e per piacevolezza. Le altre annate, al confronto, sembravano avere un sorso più magro, talvolta con acidità scomposta o con tannini non ancora pronti.

Spesso abbiamo trovato profumi estremamente volatili: alcuni vini con pessimi odori, che per fortuna duravano pochi secondi, oppure ottimi profumi che scomparivano dopo pochi secondi.

Anteprime Toscane: Il Chianti Classico.

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